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Efficacia della terapia antivirale prolungata nella recidiva di epatite C dopo trapianto di fegato

Si tratta di un'analisi retrospettiva condotta su 70 pazienti trapiantati di fegato che non hanno ottenuto risposta virologica a un tentativo di terapia anti-virale condotto dopo il trapianto stesso. I pazienti erano stati suddivisi in due gruppi (trattamento antivirale < 12 mesi vs > 12 mesi) con l'obiettivo di valutare l'effetto della terapia antivirale protratta sulla sopravvivenza del paziente e dell'organo e sul tasso di progressione della fibrosi epatica. Con i limiti legati a uno studio di tipo retrospettivo e al numero limitato di pazienti inclusi, gli autori hanno dimostrato che la terapia anti-virale prolungata (oltre la durata standard) nei soggetti che non hanno raggiunto la risposta virologica si associa a un incremento significativo della sopravvivenza a 5 anni sia del paziente che dell'organo trapiantato e a una minor progressione della fibrosi epatica nel tempo. Si può affermare quindi che quanto più precoce è l'inizio della terapia antivirale dopo trapianto di fegato tanto maggiore è la possibilità di ritardare la progressione della fibrosi epatica nel tempo; inoltre il trattamento antivirale di questi pazienti, anche in assenza di risposta virologica, dovrebbe essere protratto a lungo fino quando possibile poiché garantisce una maggior sopravvivenza del paziente e dell'organo trapiantato.