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Una consistente proporzione di pazienti celiaci riferisce persistenza di sintomi e presenta persistenza di lesioni duodenali minime (Marsh 1/2) nonostrante una dieta priva di glutine apparentemente corretta. Precedenti studi hanno cercato di valutare in questi pazienti l'efficacia sul miglioramento dei sintomi gastrointestinali di una dieta ancora più stretta da quella attualmente consigliata, ovvero una "dieta con eliminazione delle contaminazioni da glutine", che prevede l'utilizzo di prodotti naturalmente privi di glutine al posto dei preparati aglutinati industriali. Tuttavia l'effetto di questa dieta a zero contaminazioni sull'istologia duodenale non era stato indagato.
In questo studio prospettico open label, Zanini e colleghi hanno confrontato una piccola coorte di pazienti celiaci con persistenza di lesioni Marsh 2/Grado A, sottoposti ad una "dieta a zero contaminazioni" ed a biopsie duodenali di controllo dopo tre mesi, con una coorte di controllo di pazienti, anch'essi con persistenza di lesioni Marsh 2/Grado A, indirizzati a proseguire la normale dieta priva di glutine e sottoposti a biopsie di controllo entro 5 anni dalle precedenti. In entrambi i gruppi non si è evidenziata una modifica della classificazione istologica alle biopsie di controllo, con persistenza di Marsh 2/Grado A; al tempo stesso, si è osservata una riduzione significativa dei numero di linfociti intraepiteliali e di infiltrato eosinofilo alle biopsie di controllo di entrambi in gruppi.
I risultati di questo studio confermano che, nei soggetti celiaci, la persistenza di alterazioni infiammatorie alle biopsie duodenali non è correlata alla durata della dieta priva di glutine nè alla presenza di contaminazioni nella dieta. I dati suggeriscono inoltre che prescrivere ai pazienti celiaci una dieta più stretta, contenente solo alimenti naturalmente privi di glutine, non abbia effetti significativi sul "mucosal healing" duodenale rispetto alla dieta senza glutine standard.