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Studio multicentrico effettuato in 24 centri tedeschi, coinvolgente 212 pazienti IBD (97 affetti da malattia di Crohn, 115 da Rettocolite Ulcerosa) che ha valutato l'efficacia di Vedolizumab come terapia di induzione nella pratica clinica.
L'outcome primario era la remissione clinica alla settimana 14, gli outcome secondari la remissione libera da steroidi, la risposta clinica e l'impatto della terapia su marcatori di laboratorio quali la PCR, l'emoglobina e la calprotectina fecale. La maggior parte dei pazienti arruolati erano failure ad anti-TNF (95% Crohn, 76% RCU).
I fattori predittivi di risposta alla terapia nella malattia di Crohn alla settimana 14 erano l'assenza di manifestazioni intestinali (P = 0.019), la non precedente esposizione a terapia con Adalimumab (P = 0.011), la non recente ospedalizzazione per la malattia infiammatoria intestinale (P = 0.019), ed un basso HBI (P = 0.02). Nella Rettocolite ulcerosa invece i fattori predittivi di risposta alla terapia alla settimana 14 erano la storia attiva o pregressa di fumo di sigaretta (P = 0.044/0.028) e l'essere naïve a terapie biologiche (P =0.023).
Una limitazione riconosciuta dagli autori è il breve follow-up (14 settimane).
Gli autori concludono confermando l'efficacia, anche nella pratica clinica, di Vedolizumab come terapia di induzione sia nei pazienti IBD sia naïve che precedentemente esposti a farmaci biologici.