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Studio monocentrico longitudinale retrospettivo di coorte, nel quale sono stati arruolati 269 pazienti (174 Crohn, 75 RCU) in trattamento con Infliximab. Sono stati valutati i livelli circolanti di farmaco (Through levels) alla settimana 2 ed alla settimana 6 (II e III infusione del ciclo di induzione).
In relazione all'outcome i pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi: "LOR switched" ovvero 28 pazienti nei quali era stato necessario passare ad un altro trattamento a causa della perdita di risposta; "LOR optimized" ovvero 60 pazienti avevano una perdita di risposta ma rispondevano all'ottimizzazione della terapia con Infliximab (riducendo l'intervallo di somministrazione o aumentando la dose); "Long-term responders" erano 64 pazienti trattati con Infliximab senza necessità di ottimizzazione; E "Stop group" che includeva 58 pazienti che sospendevano il trattamento per remissione sostenuta. Sono stati analizzati complessivamente 207 pazienti. I livelli medi di Infliximab all'induzione non differivano in modo significativo tra i long-term responders (11,89 mcg/ml) e i LOR optimized (9,85 mcg/ml), ma erano significativamente inferiori nel gruppo LOR switched (4,4 mcg/ml).
Nel gruppo LOR switched, ma non nei gruppi LOR optimized e long-term responders, i livelli mediani di Infliximab all' induzione erano significativamente inferiori nei pazienti precedentemente esposti rispetto ai pazienti naïve.
Il gruppo LOR switched aveva bassi livelli medi di Infliximab (1,43 mcg/mL) durante mantenimento rispetto ai long-term responders (2,15 mcg/mL) e al gruppo LOR optimized (2,59 mcg/mL).
La prevalenza degli anticorpi anti-Infliximab era significativamente più bassa nei long-term responders (5,7%) rispetto ai gruppi LOR optimized (37,5%) e LOR switched (40%).
Gli autori concludono che l'induzione possa essere un momento per discriminare i pazienti che manterranno la risposta rispetto ai non-responders, in particolare in pazienti precedentemente esposti ad anti-TNF.