Comunicati stampa
Trapianto di microbiota fecale: una procedura innovativa di cui si è parlato molto negli ultimi tempi grazie a casi di successo, che hanno aperto una nuova, importante pagina nel mondo della gastroenterologia e in particolare del microbiota intestinale e della sua importanza per il benessere dell'organismo. I medici dell'Aigo desiderano fare chiarezza rispondendo ai dubbi più comuni, in particolare sui suoi ambiti di applicazione.
La rigenerazione del microbiota compromesso con infusione di microbiota fecale di soggetto sano apre una nuova frontiera terapeutica nel mondo della gastroenterologia.
È di questi giorni, tra l'altro, la notizia di un nuovo trapianto eseguito con successo che consolida una sperimentazione avviata anni orsono e oggi entrata a pieno titolo nella letteratura medica.
Un'evoluzione del concetto di cura che vede protagonista il Microbiota intestinale, un vero ecosistema complesso costituito da più di 100.000 miliardi di microorganismi di cui, per la maggior parte "buoni" ma anche virus e funghi, che convivono in maniera simbiotica, contribuendo al benessere fisico dell'organismo nel suo insieme.
"Il microbiota intestinale - spiega Dottoressa Marialuisa Novi, Dirigente Medico Gastroenterologia presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria e Consigliere del Direttivo AIGO Piemonte/Valle d'Aosta - costituisce la parte più esterna della barriera intestinale a diretto contatto con tutti gli antigeni alimentari e le sostanze esogene che introduciamo dall'esterno attraverso il tubo digerente e favorisce la sintesi di vitamine e acidi grassi a catena corta, sostanze indispensabili per il corretto funzionamento di tessuti e organi.
Contribuisce inoltre a mantenere un corretto equilibrio tra stato pro-infiammatorio e antinfiammatorio e quindi, la sua distruzione predispone a infezioni, intolleranze alimentari, infiammazioni anche croniche".
Uno stile alimentare non equilibrato, un'infezione intestinale, l'uso di farmaci antibiotici o antiacidi possono danneggiare il microbiota intestinale innescando una progressiva degenerazione dai vari effetti, che può iniziare già dalla vita fetale dell'individuo per il comportamento della madre in gravidanza.
Una delle più insidiose patologie dovuta all'alterazione del microbiota è la colite ricorrente da Clostridium Difficile, un batterio solitamente innocuo la cui tossicità si manifesta in pazienti fragili, immunodefedati, ospedalizzati, sottoposti a terapia antibiotiche protratte;
"In tale situazione, - continua Novi - un'opzione terapeutica approvata dal Sistema Sanitario Nazionale sotto l'egida del Centro Nazionale trapianti è il trapianto di microbiota, che, evitando un'ulteriore terapia antibiotica, va a ricostituire la normale ecoflora e quindi l'equilibrio del microbiota per ridurre la tossicità del batterio. Il procedimento prevede l'estrazione del microbiota intestinale dalle feci di un individuo sano selezionato e trasferito nell'intestino di una persona malata attraverso clistere, colonscopia o concentrati orali con un processo delicato che si svolge in due fasi: reclutamento del donatore sano dopo adeguata indagine e infusione del microbiota mediante colonscopia, lasciando alla spontanea peristalsi la distribuzione del microbiota donato lungo tutto il viscere".
Un trattamento risultato dalla letteratura attuale efficace e privo di eventi avversi maggiori ed effettuato ad oggi in 10 centri accreditati. Tra questi, il centro di Alessandria che ha ottenuto la certificazione a giugno 2022, primo nella Regione Piemonte, e che ad oggi ha eseguito 19 trapianti in soggetti affetti da colite ricorrente da Clostridium difficile, e due trapianti a scopo compassionale, fuori indicazione standard previa approvazione del comitato etico.
"Tale procedura - conclude il medico - rappresenta una nuova opzione terapeutica non solo per le patologie gastrointestinali ma per tutte le patologie che sottendono alla base uno stato infiammatorio cronico: malattie cardiache, metaboliche, neurodegenerative, finanche oncologiche. Esistono infatti numerosi studi che hanno già dimostrato che la modulazione efficace dell'ecoflora intestinale migliora la risposta ad alcune chemioterapia".