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In questo interessante studio prospettico, singolo braccio, multicentrico (6 centri), condotto su una popolazione di 70 pz affetti da ostruzione delle vie biliari extraepatiche inoperabile, è stata valutata l'efficacia di un nuovo stent parzialmente ricoperto di nitinol e con un'anima di platino, costruito con il fine di aumentare la flessibilità e la radiopacità mantenendo un'adeguata forza radiale e con la possibilità di rimozione e riposizionamento in acuto (grazie alla presenza di un “cappio distale di recupero”).
Gran parte dei pz. reclutati presentava una genesi neoplastica della stenosi (68,1% cancro pancreatico) ed una localizzazione della stessa nel tratto distale del coledoco (66,7%).
L'adeguatezza di tale presidio è stata valutata in termini di efficacia nella palliazione della stenosi (definita come l'assenza di ricorrenza dell'ostruzione entro 6 mesi o prima del decesso) e la sicurezza in termini di comparsa di eventi avversi legati allo stent e/o alla procedura.
Al termine del periodo di follow-up è stata ottenuta una palliazione clinica adeguata dell'ostruzione biliare nel 94% dei pz. Il trattamento non è stato efficace nel 6% (4 pz. su 66) per occlusione dello stent (2 pz.) o per la migrazione dello stesso (2 pz.). Degli eventi avversi verificatisi (107, di cui 55 severi), 9 erano da imputare allo stent è comprendevano la ricorrenza dell'ostruzione biliare (4), colecistite (3), pancreatite (1) e dolore nel quadrante destro dell'addome (1).
Questo studio, pur con i limiti dell'assenza di un gruppo di controllo, dimostra l'efficacia di questo stent, presentando dei risultati comparabili con i migliori che emergono nelle serie di lavori condotti con stent metallici per la palliazione di ostruzioni maligne.
Articolo selezionato e commentato dal Dott. Castellani Danilo
Dipartimento di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Università di Perugia
redattore: Raffaele Manta